IL NOSTRO PROGETTO “SUITE – LA CHIAVE DEI TRABOCCHI” PUBBLICATO SU CERAMICA.INFO

 

L’Hotel che parla d’Abruzzo

Penthouse Suite Hotel La Chiave dei Trabocchi – Marina di San Vito (CH)

Sulla Costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti, una struttura alberghiera degli anni ’60 conosce nuova vita grazie a un restyling sensibile e curato. Che affonda le sue radici nella storia del territorio, recuperandone bellezza e tradizioni.

 

 

“Scegliamo i nostri clienti con l’obiettivo di condividere una mission importante: tutelare la nostra terra”. Chi parla è l’architetto Laura Crognale, co-founder insieme al collega Dante Antonucci dello studio Archquadro Associati, e la terra a cui accenna è l’Abruzzo. Qui, infatti, a Lanciano, “una piccola città periferica” – per usare le parole della progettista – i due architetti hanno avviato la loro attività a partire dal 2014, attirando l’attenzione del mondo del progetto, sia in ambito nazionale che internazionale. In particolare, la coppia di giovani progettisti si è subito distinta per la sensibilità con cui ha trasferito nei suoi lavori il ‘genius loci’ abruzzese: dalla biodiversità del territorio alla tradizione artigianale, dalla bellezza naturalistica del paesaggio alla sua ricchezza culturale.
“L’architettura può fare la differenza per scoprire (e riqualificare) luoghi dimenticati ma resilienti” fa eco l’architetto Dante Antonucci, come dimostra un recente lavoro del giovane team abruzzese: il restyling di una struttura alberghiera degli anni ’60 sul litorale di San Vito, a una manciata di chilometri da Chieti.
“È stato un lavoro non semplice” ricorda sempre Antonucci “sia per lo stato di abbandono in cui versava l’edificio, sia per la difficoltà di intervenire a livello strutturale”. Così, se il progetto non ha potuto modificare volume e layout originali, ne ha invece rivoluzionato il ‘look’, giocando su finiture e scelte d’interiors ispirate alle tradizioni paesaggistiche, artigianali e culturali del territorio abruzzese.
A cominciare dal nome scelto per l’hotel – La Chiave dei Trabocchi – che ricorda i ‘trabocchi’, e cioè le storiche ‘macchine da pesca’, che punteggiano il litorale abruzzese come delle palafitte sospese sul mare.
E, poi, i colori, la luce, il mare, che entrano come protagonisti nelle 49 stanze della nuova struttura alberghiera. Complici anche i versi di un grande poeta, come spiegano i progettisti: “Pochi sanno che proprio qui, a due passi dall’hotel, soggiornò Gabriele D’Annunzio. E noi abbiamo voluto ricordarlo con le sue poesie, che campeggiano sulle pareti delle stanze e che parlano di questo luogo”. A San Vito, infatti, D’Annunzio trascorse l’intera estate del 1899 in una piccola casa rurale a picco sul mare, e subito s’innamorò di quell’oasi di pace, fuori dal tempo, che celebrò nelle sue opere.
Ma il paesaggio abruzzese viene anche rievocato a partire dalle sue tradizioni artigianali, come per esempio la lavorazione della lana. A sorpresa, gomitoli grezzi e fili intrecciati di lana decorano gli interni dell’hotel: ne rinnovano i vecchi lampadari, disegnano la testata dei letti, danno matericità ai quadri, ‘riscaldano’ la sala-breakfast.
Non poteva mancare un accenno agli storici stabilimenti balneari del primo Novecento, che resero il litorale abruzzese famoso per eleganza e stile: così, nelle stanze si rinnova il gioco del motivo rigato bianco-e-blu mentre sulle terrazze le strutture lignee dei bersot ricordano i baldacchini che, come mini architetture, punteggiavano le spiagge assolate. Senza rinunciare, però, a un segno contemporaneo, che si rivela nel rivestimento ceramico effetto resina-matt (è la serie ‘Elements Design’ di Ceramiche Keope, colore White), scelto per tutti pavimenti delle stanze e anche per le pareti dei bagni.
Ma è all’ultimo piano che il progetto di restyling entra in piena sintonia con il paesaggio: qui, una suite crea un volume a sé stante e grazie a un nastro vetrato che corre su tre fonti e riquadra il Mediterraneo, incorniciando bellissimi squarci di paesaggio come tele traslucide.
Anche le scelte materiche enfatizzano la luminosità, rendendo quasi etereo lo spazio: i 45 metri quadrati della Penthouse Suite sono infatti rivestiti con un candido gres porcellanato dalle delicate striature che ricordano le venature del marmo (si tratta della serie ‘Elements Lux’ di Ceramiche Keope). L’uso del grande formato 60×120 cm, grazie a una superficie lucida e riflettente,
“amplifica lo spazio nell’area giorno-notte, mentre nel bagno arriva addirittura a disegnare contenitori e volumi”, come sottolineano gli architetti.
L’arredo è ridotto al minimo: semplici appenderie sostituiscono gli armadi e un’alcova crea privacy per l’area notte.
La luce del Mediterraneo e il suo candore modulano la percezione degli spazi, ravvivando l’insieme e creando un perfetto equilibrio cromatico.

Credits: 

Autore: Laura Ragazzola | Foto: Fabio Di Carlo | Superfici: KEOPE