NIDO nasce dalla volontà di ripensare l’oggetto “portapenne”.
Il “contenitore” scompare diventando intreccio materico.
La sua forma non riconduce ad una specifica funzione, per questo diventa oggetto estraneo dei nostri luoghi ma, contemporaneamente quotidiano nel suo contenuto e nel suo uso.
Oggetto dalla forma indefinita, oggetto con cui giocare, oggetto interattivo , dalle infinite configurazioni perché infinite e indefinite sono le modalità di intrecciare l’oggetto all’interno di NIdo.
Oggetto che non contiene ma trattiene, trattiene momentaneamente oggetti mobili.
Oggetto che appartiene al pensiero, all’atto ideativo, quando l’idea è ancora nella mente , vagante, eterea e sfuggente ; così come i nostri pensieri prima di manifestarsi in segno o disegno si trattengono nella nostra mente, così, NIdo trattiene nella sua confusione gracile e filiforme gli oggetti mobili .
Nel nome NIdo si racchiude in senso dell’intreccio di materie diverse, della sospensione, dell’attesa, il senso del l’origine di ogni cosa.